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Le foto scattate sul posto di lavoro sono idonee a provare l’esistenza del rapporto di lavoro (in nero)

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Le foto scattate sul posto di lavoro sono idonee a provare l’esistenza del rapporto di lavoro (in nero)

Con Sentenza n. 4 del 7 febbraio 2020, il Tribunale di Ferrara ha ritenuto che i selfie scattati dal lavoratore in nero all’interno dell’azienda sono utili a provare la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato, accertando la presenza del dipendente sul posto di lavoro

IL FATTO- Un lavoratore, lamentando di aver svolto le mansioni di pizzaiolo per oltre quattro anni senza alcuna regolarizzazione del proprio rapporto lavorativo, ricorreva giudizialmente innanzi al Tribunale competente al fine di richiedere l’accertamento del rapporto di subordinazione ed il conseguente riconoscimento delle differenze retributive. A fondamento della domanda questi produceva in giudizio dei selfie che si era scattato in varie occasioni all’interno della cucina del locale, con alle spalle l’orologio che riportava ora e data esatte.

LA DECISIONE DEL TRIBUNALE- Il Tribunale di Ferrara ha ritenuto in via preliminare prive di pregio le difese con cui la società aveva provato a contestare la forza probatoria di tali fotografie, sostenendo che nessun selfie ritraesse il ricorrente nell’esercizio delle mansioni di pizzaiolo.

Il Giudice adito infatti, ha ritenuto tali fotografie idonee a rivelare molti dati di fatto contrari alla ricostruzione della vicenda operata dal datore di lavoro, ritraendo il lavoratore all’interno della pizzeria in diverse occasioni durante i mesi dell’anno. La valenza probatoria delle immagini, inoltre, per la decisione in esame è stata suffragata anche dalla consulenza tecnica che ha accertato: non solo che le foto non fossero state modificate dal lavoratore, ma anche che la correttezza della geolocalizzazione effettuata proprio dal dipendente.

Sulla scorta di tanto, il Tribunale di Ferrara ha accolto il ricorso del pizzaiolo.

Il testo completo della decisione: Tribunale Ferrara, Sez. Lavoro, Sentenza n. 4 del 2020

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