DECLARATORIE ATTO TERZO: UN PRIMO COMMENTO AI DD.MM. MIUR 89 E 90
Sono stati finalmente pubblicati i decreti ministeriali previsti dall’art. 3 quinquies della Legge 1/2009 e finalizzati a determinare gli obiettivi formativi e i settori artistico-disciplinari entro i quali l’autonomia delle Istituzioni dovrebbe individuare gli insegnamenti da attivare.
Ciò che balza subito agli occhi da una prima lettura dei DD.MM. 89 e 90 del 3 luglio 2009 è una sostanziale identità di contenuti con i famigerati DD.MM. 482 e 483 del 2008.
Innanzi tutto non è dato capire per quale ragione, se la Legge 1/2009 prevede esclusivamente l’individuazione di settori artistico-disciplinari, i DD.MM. 89 e 90 si “scomodino” a formulare anche le c.d. declaratorie ed a individuare i c.d. campi disciplinari, andando così oltre quantorichiesto dalla fonte legale.
Ma, soprattutto, in assenza di eventuali futuri chiarimenti applicativi (di cui allo stato non è dato sapere alcunché) la novità più rilevante prodotta dai predetti decreti è l’assenza di qualsivoglia relazione e/o corrispondenza fra la vecchia “classe di concorso” ed il nuovo “codice”, con buona pace della L 508 e di quel passaggio in cui si è affermato che «il personale docente… in servizio nelle Istituzioni …..alla data di entrata in vigore della presente legge con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, è inquadrato presso di esse in appositi ruoli ad esaurimento, mantenendo le funzioni e il trattamento complessivo in godimento».
Ciò legittima il sospetto che i predetti decreti possano essere uno strumento necessariamente prodromico alla vera e “rivoluzionaria” operazione che alcune sigle sindacali intendono realizzare (la suddivisione del personale nelle fantomatiche “tre fasce”) utilizzando il prossimo (anche se non arriva mai) rinnovo contrattuale.
Per adesso si tratta solo un’intuizione, vedremo se gli eventi futuri la confermeranno o la smentiranno.
Avv. Giuseppe Leotta