UNIONE EUROPEA: IN PENSIONE A 70 ANNI?
La sostenibilità dei sistemi pensionistici europei è a forte rischio se si calcola che da qui al 2060 il numero di pensionati in Europa raddoppierà rispetto a chi lavorerà per finanziare le loro pensioni. E’ l’allarme lanciato dalla Commissione europea, che ha contestualmente dato il via a una consultazione pubblica su una serie di misure proposte nel Libro verde sulle pensioni per rispondere a quella che è una “sfida comune” su cui sono necessari sforzi da parte di “tutti i paesi”, come ha avvertito il Commissario all’Occupazione e Affari Sociali, Laszlo Andor.
La consultazione non presenta proposte politiche concrete, ma intende raccogliere opinioni su possibili azioni future a livello europeo. Il periodo di consultazione durerà quattro mesi (sino al 15 novembre 2010), durante i quali chiunque abbia un interesse per l’argomento può presentare le proprie opinioni su un sito web ad hoc. La Commissione europea analizzerà poi tutte le risposte ottenute e considererà le migliori linee d’azione per il futuro con cui affrontare queste problematiche a livello UE.
Dibattito europeo sul futuro delle pensioni
L’UE coordina diverse politiche e adotta norme su alcune questioni che incidono sulle pensioni. Un’azione a livello europeo permetterà ai cittadini di sfruttare pienamente le possibilità offerte dal mercato interno (una maggiore scelta di piani pensione a minor costo nell’insieme dell’UE) e contribuirà alla stabilità delle finanze pubbliche e dell’economia.
La consultazione permetterà a tutti gli interessati di suggerire come si possa garantire a tutti una pensione adeguata e sicura anche in futuro. Sulla base dei risultati ottenuti si potranno poi proporre eventuali modifiche alla legislazione dell’UE.
La consultazione si è aperta il 7 luglio 2010 e si chiuderà il 15 novembre 2010
Le reazioni del Sindacato (fonte INCA)
Prime reazioni dei sindacati europei alle tesi sostenute dalla Commissione europea nel suo Libro verde sui sistemi pensionistici.
Secondo il consigliere della Ces Henri Lourdelle, “la diagnosi della Commissione europea è ben fatta, ma le risposte e le proposte sono assolutamente insoddisfacenti”. La Commissione europea affronta infatti la questione delle pensioni da un punto di vista puramente tecnico, mentre “il problema è politico e non tecnico”. Non si può inoltre aprire un dibattito sulle pensioni senza chiamare in causa le politiche del lavoro. Aumentare l’età della pensione, spiega Lourdelle, vuol dire che le persone possono continuare a lavorare oltre i 65 anni, ma nella maggior parte dei paesi i mercati del lavoro respingono i lavoratori più anziani.
Lourdelle respinge nettamente anche la proposta di penalizzare i lavoratori che escono precocemente dal mercato del lavoro, poiché questa responsabilità incombe principalmente alle strategie delle imprese. Altro punto di frizione da parte del sindacato europeo: i fondi pensione. La Commissione propone di partire dalle regole di “Solvibilità II”, ossia la Direttiva 2009/138/CE che entrerà in vigore nel 2012, per armonizzare e rinforzare le regole prudenziali europee. Ma l’approccio della Commissione, basato sulla responsabilità delle persone e sull’educazione finanziaria, è “incomprensibile” secondo Henri Lourdelle: “come può un lavoratore salariato informarsi correttamente su una materia così complessa?”
Critico con il Libro verde anche John Monks, il Segretario generale della Ces: “Dov’è la prova che i datori di lavoro vogliono mantenere occupati i lavoratori più anziani? Sappiamo bene che la speranza di vita aumenta, ma nulla prova che l’aumento dell’età pensionabile creerebbe nuovi posti di lavoro o porterebbe le imprese a ad incoraggiare un prolungamento dell’età lavorativa”. Al contrario, troppi datori di lavoro incoraggiano i prepensionamenti, poiché pensano ancora che i lavoratori più anziani siano uno svantaggio per la loro azienda, perché incapaci di adattarsi ad un ambiente di lavoro che cambia sempre più velocemente. Per John Monks, “La visione della Commissione europea a proposito dell’età pensionabile è totalmente irrealista. Sarebbe più giusto e più utile affermare che i lavoratori anziani hanno il diritto di conservare il loro posto di lavoro fino all’età legale della pensione”.
LIBRO VERDE Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa (2010)