Sono passati 50 anni
Lo Statuto dei lavoratori, la legge 20 maggio 1970, n. 300, compie 50 anni e io, piuttosto che parlare dei contenuti della legge, voglio condividere qualche ricordo personale, perché della legge moltissimo è stato detto e sarà detto ancora.
50 anni fa io ero alla fine delle lezioni del secondo anno di Giurisprudenza che frequentavo a Bari, dove il prof di Diritto del lavoro era Gino Giugni: che lezioni! che tempi! Il diritto era un essere vivente e lo Statuto un bambino che si faceva strada per venire alla luce.
Per tutto il ciclo delle lezioni il racconto di quello che accadeva nelle fabbriche accompagnava la descrizione delle norme di legge. Quelle che di lì a poco sarebbero state le regole valide sempre e ovunque, nelle lezioni tenute da Giugni erano descritte come le conquiste di un movimento quasi rivoluzionario che attraversava fabbriche, scuole, università e l’entusiasmo era il tratto distintivo di quella trasmissione delle conoscenze.
Ecco: dopo 50 anni vorrei che quell’entusiasmo non si spegnesse e che si ricordasse come lo Statuto dei lavoratori non sia stata una legge approvata per gentile concessione di qualche parte politica, ma sia stata frutto e rielaborazione di quanto il sistema sociale aveva prodotto grazie ai movimenti che stavano attraversando i paesi occidentali e che in Italia avevano condotto a quello che fu definito ”l’autunno caldo sindacale”.
E io posso dire di aver avuto il privilegio di aver vissuto quella stagione con Gino Giugni a farmi da maestro.